Potrei trovare un fresco ruscello nell’arido deserto.

Potrei in quel ruscello trovare tante pepite d’oro.

Potrei con quell’oro comprarmi una vita agiata e priva di affanni pratici.

Potrei navigare fra le stelle e trovare un nuovo mondo perfetto.

Potrei vivere per sempre in quel mondo lontano.

Potrei solcare i mari, percorrere tutte le terre e trovare tante emozioni.

Potrei morire di quelle emozioni.

Potrei scrivere un libro.

Potrei leggere quel libro e trovare quel ruscello, quel mondo perfetto e quelle emozioni dentro di me!

     Sinossi di “La straniera J.C.”

 

J.C. è una giovane esemplare di bovino che vive insieme alla sua mandria nella campagna irlandese.

Lei è famosa fra i suoi simili per la sua capacità nella corsa e nel salto. Proprio per queste sue caratteristiche essa è scelta dagli Anziani del gruppo per compiere una missione terrorista.

Soltanto gli Anziani sanno che la tranquillità in cui la mandria trascorre le proprie giornate è solamente apparente: a scadenze fisse un certo numero di bovini è caricato su grandi carri ed essi non fanno più ritorno. Gli Anziani sanno anche che il loro è un gruppo fortunato. A loro è consentito di vivere avendo una certa libertà, pascolando e ruminando fresca erba. Ma in altri luoghi (la maggior parte) i loro simili vivono (se vita si può chiamare) in condizioni di spaventosa prigionia e sono costretti a nutrirsi in modo del tutto innaturale. In compenso, la fine che li attende è per tutti loro uguale: crudelmente macellati.

J.C. una volta fuggita, è aiutata dal veterinario che l’ha sempre curata, a trasformarsi mediante la somministrazione di un cocktail di farmaci che lui stesso ha sperimentato, in una giovane esemplare della specie umana. In tal modo lei potrà infiltrarsi in tutti gli ambienti umani e diffondere un letale prione che lo stesso dottor Wilson le ha consegnato.

Nel corso della sua missione J.C. impara a conoscere usanze umane e persone che la fanno riflettere e ripensare il senso del suo compito. Ben presto si rende conto che la sua non è l’unica specie a essere vessata: l’uomo è infatti capace di avere lo stesso comportamento crudele contro i propri stessi simili; ma non tutti gli uomini per fortuna sono uguali. L'autore vuole evidenziare la perequazione e la diretta connessione fra lo sfruttamento uomo-animale e quello uomo-uomo.

E proprio fra gli esseri umani J.C. trova dei preziosi alleati per affrontare il nemico principale suo e della sua specie originale: il vecchio Napoleone, il maiale quasi umanizzato della Fattoria degli Animali. L'autore ha, infatti, inteso riprendere il filo della storia narrata da Orwell immaginandone una possibile evoluzione fino ai nostri giorni.

L'ultima scena descritta da Orwell era di una tavola doviziosamente imbandita che aveva come commensali ben disposti fra loro, Napoleone, il capo della rivoluzione falsamente egualitaria divenuta regime totalitario, e i ricchi notabili umani della città. Questa scena faceva ben presupporre un'alleanza di un genere che possiamo ben vedere oggi soprattutto in un certo Paese molto densamente popolato con un regime totalitario comunista, dove capitalisti locali e di tutto il mondo fanno a gara per aprire fabbriche e industrie inquinanti nelle quali impiegare manodopera da sfuttare a costi infimi. E, infatti, Joan, discendente da una mucca che con la propria forza e abnegazione aveva contribuito alla vittoria nella rivoluzione degli Animali, si trova a fronteggiare un’agguerrita organizzazione della quale, oltre a Napoleone e i suoi accoliti, fa parte un viscido personaggio, Adolf Nerz, a sua volta discendente di un altro tristemente noto Adolf. In talune situazioni critiche, accorrono in aiuto della protagonista alcuni animali che giungono direttamente dalle pagine di altri libri: il famoso gabbiano Jonathan Livingstone o l’indimenticabile barbagianni dell’Antico regno del Silenzio. Nel libro viene anche rimarcata la somiglianza dei tratti fisici fra alcuni personaggi e taluni animali, a rilevare la “non-diversità” fra gli esseri viventi e la comune appartenenza a tutto ciò che è definito “Creato”.